Ma è proprio in questi momenti in cui le persone ti si stringono intorno, senti vicino e forte il loro affetto, e allora è proprio questa la medicina...
Nell'abbraccio della Baba, della Pippi, nel tè con Luca, nelle carezze di Norma, nei bacetti dati a nonna Lina, nella birretta e nell'accompagnare a casa Annalisa, nell'accendere il cellulare e vedere che Rossana mi ha chiamato...
Nell'abbraccio della Baba, della Pippi, nel tè con Luca, nelle carezze di Norma, nei bacetti dati a nonna Lina, nella birretta e nell'accompagnare a casa Annalisa, nell'accendere il cellulare e vedere che Rossana mi ha chiamato...

Pollyanna faceva il gioco della felicità, io sono cresciuta con la filosofia di Pollyanna, anche se lei era un sfigata cronica, che neanche a cercarle col lanternino si infilano così tante sfighe una dopo l'altra... Per cui mi ritrovo ad essere grata, a tutte queste persone che sempre, ogni giorno, non dimenticano mai di dimostrarmi il loro affetto, gratuito e sincero, e probabilmente è proprio questo che mi rende quasi sempre felice, a parte quando le sindromi prendono il sopravvento... Ma come diceva la Fra nel suo libretto della partenza... "Chi non sa piangere con tutto il cuore non sa ridere con tutto il cuore", o qualcosa del genere... O forse è semplicemente come dice Marta, che noi piangiamo con tante lacrime e ridiamo altrettanto forte...
Oggi è una splendida giornata!
2 commenti:
bellooo!!!si mirta aveva ragione!!
io son nella fase poco pochissimo sonno e molta azione...ma nn so quanto dura ancora...marta mi manca tanto!!sono nella mia fase di bisogno coccole, e la devo un po' controllare...però che fatica!
un abbraccio
forte!
mery
Ciao Sara,
mi chiamo Gabriella e alla ricerca della filosofia di Pollyanna sono approdata al tuo blog...e mi sembra di averlo scritto io!...le mie stesse sensazioni, le mie stesse sindromi...la mia stessa voglia di giocare al gioco della felicità...brava!
ti abbraccio
Gabry
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