mercoledì 18 febbraio 2009

water violet


E' il fiore di bach sul quale ho lavorato per un sacco di tempo, il fiore che mi ha permesso di fare un lavoro su me stessa di un certo tipo, un fiore che ha sviluppato fin troppo la mia autonomia, in un certo verso... Stamattina, parlando con Angela, sono venute fuori cose molto interessanti, tra cui la decisione che è arrivato il momento di farsi coccolare, di appoggiarsi, se così si può dire, di permettere a questa persona straordinaria di entrare veramente nella mia vita, e di conoscermi senza le barriere che naturalmente pongo per conservare quel mio spazio così tanto desiderato. E' bello rendersi conto che nella vita ci sono delle fasi, e questa è una fase in cui riconosco l'unicità e l'importanza che questa persona ha nella mia vita e per la mia vita, sulla quale vale la pena di investire, con la quale non ho paura di affrontare anche argomenti importanti, per la quale ho abbattuto davvero un sacco di barriere, e ancora ne abbatterò. Per cui via, altro giro di giostra, i fiori su cui lavoro ora sono sul "sapersi affidare", che non è lasciarsi andare, ma scendere dalla torre d'avorio, perchè non hanno senso molte cose se non nell'ottica della condivisione... Non so se sono pronta, so che ne vale la pena, e questo basta. Ciao ciao Water violet, non è poi così vero che sono sola e che ho una missione che solo io posso compiere... o forse, è vero in parte, nel senso che siamo noi gli artefici della nostra gioia e della nostra felicità, data soprattutto dal saper cogliere e accogliere le occasioni e le persone che Qualcuno ci mette astutamente sulla strada.Che tutti noi siamo sempre più capaci di accogliere con gioia chi abbiamo la fortuna di incontrare!

lunedì 2 febbraio 2009

spazi

Spazi, ora dilatati, ora ampi, ora vuoti.
C'è spazio, non c'è silenzio perché c'è la radio che va, ma ho aperto le finestre, fatto già due lavatrici, chiuso il divano letto, preparate due sporte di usco da buttare e tirate fuori tre buste per la raccolta differenziata. Ho sgombrato il comò e rimessi fuori i miei picci pocci. C'è qui di fianco a me la carrozzina vuota, ho appena lavato la tutina di ieri, nel mettere via le cose stese è inevitabile che il pensiero corra veloce ai viaggiatori. Non sono stanca, oggi non particolarmente, aspetto che finisca la lavatrice, stendo e poi vado a fare la spesa per stasera. Ma come vorrei essere a Lisbona nel settore transito, anche se quell bambina ha davvero una marcia n più, alla faccia di quelli che dicono che non capiscono... La fanciulla capisce molto bene che si deve comportare più che bene, e stare tanto vicino a mamma, che ha tanto bisogno di lei, perché, povera, ora non capisce più molto bene qual è casa sua... Sorella cara, la tua casa è dove stai bene tu, dove ti senti accolta e amata per quella che sei. Questa sarà sempre anche un poco casa tua, ma non ce la faresti a stare qui e a crescere la tua frugola qui, non ce la farebbe Binda, e non ce la faresti più nemmeno tu... Grazie, per questi mesi sconvolgenti. Grazie per la gente sempre per casa. Grazie per gli incontri, per le persone conosciute, per quelle che hanno voluto far parte di questo momento così particolare per voi. Grazie per essere stata casa, qui, assieme a me.
Vi voglio tanto bene, e mi mancherete come non so cosa.
Ora si tona a quella che si può definire "vita normale", per tutti. Credo che ne avevo bisogno, in un certo senso. Perché voglio credere che ci sia una vicinanza più profonda, oltre la vicinanza fisica, e lì vi sarò sempre vicino, in ogni momento.
Buon viaggio e buona vita a voi!